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venerdì 28 novembre 2014

UN INFERNO DI EMOZIONI CON GLI UCCELLI DEL PARADISO DI MERLINI


Rabbia, paura, gioia, sorpresa, attesa, disgusto, vergogna, ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, delusione e nostalgia sono solo alcune delle Emozioni che Riccardo Merlini giovane attore e regista emergente riesce a mettere in scena nel suo spettacolo "Uccelli del Paradiso" andato in scena dal 20 al 23 Novembre al Teatro Abarico di Roma nel quartiere multiculturale di San Lorenzo. (Qui la presentazione) Degno di nota è sicuramente lo straordinario lavoro di interpretazione del personaggio di "G." fatto dalla bravissima Greta Toldo classe '83 che riesce a dar senso ad ogni singolo gesto e parola del testo scritto dal Merlini. La trevigiana diretta in passato da Vanzina, TH Torrini, Capitani, Ferrari, Nobili e altri, sembra essere al limite tra la disperazione e la speranza che ripetutamente nel corso dello spettacolo emergono fuori, alternandosi ora da una compagna di "manicomio" oltre il concetto stesso di "follia" interpretata da Martina Milani, ora da soprusi fatti dagli infermieri del manicomio. A guidare con la Toldo l'idea registica del Merlini è sicuramente Alessio Chiodini noto al grande pubblico per "La Ladra" con Veronica Pivetti, Don Matteo, I Cesaroni, Vacanze di Natale a Cortina con De Sica e ora in onda con "Un Posto al Sole" serie Rai di successo, che con la sua verve interpretativa che lo contraddistingue riesce a definire chiaramente l'incertezza e l'inferno che il suo personaggio (Dirigente del manicomio dove G. è reclusa e di essa amante) vive, dovendo scegliere tra due situazioni di eguale importanza lavoro e amore per "G.". 
L'impostazione scenografica è del tutto innovativa e ha il suo climax con l'approvazione da parte del Parlamento Italiano della nuova riforma della legge sull'assistenza psichiatrica e allora tanti i rotoli di carta igienica lanciati da quinte a proscenio come a rappresentar "la protesta" dei manifestanti. Chiaramente il rapporto dei "tre specchi" come le visioni di G. è un tipico "Deja vu" teatrale che però, in questo caso, viene inserito precisamente e senza invadere ulteriormente la scena già densa di "emozioni pesanti".


Pablo

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